APPROCCIO
TERAPIA STRATEGICA
Terapia breve strategica. Cos'è e come funziona il modello del prof. Giorgio Nardone
È un modello terapeutico ideato nel Mental Research Institute a Palo Alto e poi sviluppato a partire dagli anni 80 da dalla collaborazione tra Paul Watzalwick e Giorgio Nardone. Il Prof. Nardone – dove ho avuto l’opportunità di formarmi – ha formulato di specifici protocolli di trattamento per vari tipi di patologie psichiche e comportamentali.
Si agisce secondo la teoria tipica di questo approccio: “imparare facendo“, che prevede la messa in atto di specifiche strategie comportamentali per la risoluzione del problema.
“Agire per comprendere”: è l’azione che ci porta ad avere coscienza della situazione che si sta affrontando.
Ecco perché il terapeuta propone strategie di intervento che spingono concretamente il paziente a rimodulare il contesto in cui si trova, analizzandolo sotto nuovi punti di vista.
Si comincia a osservare la realtà in un modo tutto diverso, spesso maggiormente funzionale e flessibile.
PER QUALI DISTURBI È EFFICACE?
Il modello di Terapia Strategica Breve è utile in tutti i casi di disturbi psicologici fortemente impedenti (quindi contraddistinti da sintomi invalidanti) come:
- Disturbi del comportamento alimentare
- Disturbi fobici
- Disturbi dell’umore
- Disturbi ossessivo-compulsivi
- Problemi relazionali
- Dipendenza
È inoltre efficace anche nel caso di patologie impedenti solo in potenza, che si trovano quindi nella loro fase iniziale, come:
- Blocco nello studio o di performance
- Disturbi dell’età evolutiva
- Problemi relazionali non critici.
- Attacchi di Panico
- Fobie
- Depressione
- Ansia generalizzata e Stress
COME FUNZIONA?
TENTATE SOLUZIONI
L’obiettivo iniziale della terapia è smascherare le ‘tentate soluzioni che alimentano il problema.
Questo costrutto viene formulato dal Mental Research Institute di Palo Alto (1974) e successivamente evoluto in quello che viene chiamato ‘sistema percettivo-reattivo’ da Giorgio Nardone.
Fa riferimento a tutto l’assetto comportamentale che una persona (o chi la circonda) utilizza per far fronte alle difficoltà e che, mantenuto e reiterato nel tempo, alimenta la difficoltà stessa e porta alla strutturazione vera e propria di un disturbo.
Tutto questo presuppone che ogni patologia non sia considerata una malattia da guarire, bensì un equilibrio disfunzionale da trasformare in funzionale.
Quindi la disfunzionalità non è sintomo di specifici tratti biologici o di incomprensibili spinte dell’inconscio.
È invece solo il risultato di una o più tentate soluzioni che sono state ripetutamente messe in atto nel tempo.
Queste strategie, inizialmente efficaci e adattive in specifiche situazioni, vengono poi esasperate e irrigidite trasformandosi quindi in disadattative.
L’ intervento terapeutico sarà proprio quello di interrompere questo meccanismo disfunzionale attraverso specifiche tecniche e tattiche studiate o adattate appositamente per la risoluzione del problema.
A questo si collega il costrutto formulato da Franz Alexander nel 1946: ‘esperienza emozionale correttiva.
La base per la formulazione è data dall’esempio riportato dal terapeuta Balint nel proprio libro ‘The Basic Fault’: una paziente con la specifica fobia di fare una capriola per paura di cadere o perdere l’equilibrio, guarì immediatamente nel momento in cui inciampò su un tappeto e fece una capriola rialzandosi prontamente.
La paziente ha sperimentato appunto un’esperienza che smentisse i fondamenti della sua fobia, dimostrandole di poter affrontare ciò che prima le sembrava impossibile.
COSA FA IL TERAPEUTA
L’obiettivo del terapeuta è quindi quello di proporre degli stratagemmi che spezzino il circolo vizioso delle tentate soluzioni e facciano sperimentare al paziente concreti cambiamenti nel momento in cui si segue e si utilizza un nuovo tipo di intervento.
Solo così si interrompe il modello comportamentale disfunzionale e persistente del paziente e lo si spinge a decostruire la sua percezione della realtà.
Il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, presso cui mi sono formato, porta avanti questo pensiero dalla seconda metà degli anni ’80 e si occupa di realizzare un vero e proprio protocollo di trattamenti specifici: ogni forma di psicopatologia ha un suo particolare modello di intervento (ovviamente adattato in base alla specifica situazione).
Proprio l’efficacia dei trattamenti ha confermato il concetto solo apparentemente paradossale: la soluzione spiega il problema.
AGIRE PER CONOSCERE
Un caso studio
Come accennato nell’introduzione, alla base del modello strategico breve ci sono due concetti fondamentali:
- Agire per conoscere
- Imparare facendo
A questo proposito, particolarmente calzante è il paragone descritto da Giorgio Nardone tra Problem Solver ed esperto marinaio: “in mezzo all’oceano, questo non avrà possibilità di prevedere e prevenire imprevisti e accadimenti, né potrà dirsi padrone della verità nascosta del mare.”
L’unica cosa a cui potrà affidarsi è la propria consapevolezza operativa, esattamente la conoscenza che deriva dall’agire, utile nel momento in cui non si ha controllo sugli eventi.
Adattando le proprie azioni di volta in volta, mano mano che si trova a dover affrontare nuove e inaspettate situazioni, il marinaio impara dall’esperienza.
Così la psicoterapia si pone come scopo quello di introdurre cambiamenti al tempo stesso risolutivi e istruttivi, in quanto svelano il funzionamento del problema attraverso la sua soluzione.
Come si superano le psicotrappole?
Come detto, spesso siamo noi stessi a innescare e legittimare con il passare del tempo quelle ‘soluzioni’ che poi si rivelano in realtà causa del disturbo in sé.
Proprio per questa loro caratteristica ingannevole, vengono definite psicotrappole.
Il superamento di questo meccanismo mentale e comportamentale reiterato avviene grazie alla terapia e alla volontà di cambiare del paziente. Come diceva Einstein:
‘Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose’.
Ecco perché in terapia gli step che, insieme ai miei pazienti, mi pongo come obiettivi sono:
- Individuare la problematica e analizzare le tentate soluzioni disfunzionali messe in atto fino a quel momento
- Osservare il problema da una prospettiva più funzionale e stabilire un obiettivo
- Mettere in atto nuove strategie risolutive
- Consolidare il metodo in modo che i risultati siano persistenti e rendere il paziente autonomo
EFFICACIA ED EFFICIENZA
LA RICERCA
Annullamento del disturbo invalidante entro le prime 4 sedute
Il modello formulato da Paul Watzlawick ed evoluto da Giorgio Nardone è empiricamente e scientificamente validato e riconosciuto come miglior pratica di intervento per alcune psicopatologie quali
- DOC (disturbo ossessivo-compulsivo)
- Binge eating
- Anoressia giovanile
- Attacchi di panico
- Violenze familiari
- Comportamenti antisociali
I dati derivanti dall’applicazione del modello dimostrano esiti positivi nell’ 88% dei casi, del 95% specificamente nei casi di disturbi fobici-ossessivi.
* (Nardone, 2015; Pietrabissa, Gibson, 2015; Nardone, Salvini, 2014; Castelnuovo et al. 2011; Watzlawick, 2007; Jackson et al. 2018)
VANTAGGI
APPROCCIO
Introduzione del cambiamento attraverso strategie mirate
"Non sempre serve una terapia prolungata nel tempo, per quanto la psicopatologia sia reiterata e sofferta"
I risultati sulle delle ricerche, effettuate su oltre cento mila casi in oltre 40 anni in tutto il mondo, rendono il modello della Terapia Breve Strategica uno dei più efficaci e autorevoli protocolli psicoterapeutici per il raggiungimento del benessere psicologico delle persone.
Dovendo riassumere, questo approccio porta con sé diversi vantaggi:
- Un pattern di protocolli – in continuo aggiornamento – che si adattano a ogni specifica problematica.
- Un’elevata efficacia del trattamento
- Tempi brevi di risoluzione
- Risultati che permangono nel tempo
Facendo riferimento ai rischi derivanti da questo metodo, non sono state riscontrate controindicazioni.
Questo dato anche dalla modalità dell’approccio, che presuppone una flessibilità adattiva non solo alla problematica in essere, ma anche alla personalità specifica del paziente.
DOMANDE FREQUENTI
Quali sono le percentuali di successo nella risoluzione dei disturbi?
I dati derivanti dall’applicazione del modello dimostrano esiti positivi nell’88% dei casi, del 95% specificamente nei casi di disturbi fobici-ossessivi.
Un netto miglioramento e/o la completa guarigione dal disturbo si è osservata su una media di circa 7 sedute.
Lo sbocco della sintomatologia invece, quindi l’annullamento del disturbo invalidante, si attesta entro le prime 4 sedute.
Risultati di efficacia dei protocolli di trattamento:
- Disturbi fobici e ansiosi (95% dei casi)
- Disturbi ossessivi e ossessivo-compulsivi (89% dei casi)
- Disordini alimentari (83% dei casi)
- Disfunzioni sessuali (91% dei casi)
- Disturbi dell’umore (82% dei casi)
- Disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza (82% dei casi)
- Disturbi legati alla dipendenza da internet (80% dei casi)
- Presunte psicosi, disturbo borderline e di personalità (77% dei casi)
Questi risultati sono quindi la dimostrazione di come non serva una terapia prolungata nel tempo, per quanto la psicopatologia sia reiterata e sofferta.
Per quali problematiche è indicato l’approccio breve strategico?
È adatto a chiunque voglia affrontare un problema con il supporto di un modello affidabile e rigoroso, la cui validità è comprovata da numerosi studi e ricerche eseguiti da professionisti del settore sparsi in tutto il mondo.
È un tipo di metodo flessibile e adattivo, quindi cucito su misura del paziente e della sua individualità, producendo risultati in tempi ragionevolmente brevi.
Inoltre, l’esistenza di un insieme di strategie simili per ogni tipo di situazione o difficoltà, ha permesso la creazione di veri e propri protocolli specifici, che aiutano il superamento di diverse psicopatologie, quali:
- Disturbo da Attacchi di Panico
- Disturbo Ossessivo Compulsivo
- Disordini Alimentari (anoressia, bulimia, vomiting, obesità)
- Disturbi sessuali
- Depressione
- Disturbo Post Traumatico da Stress
- Dipendenze
Sono un genitore e ho un problema nella gestione dei figli, devo portarli in seduta?
Secondo il modello teorico-applicativo a cui ci ispiriamo i genitori di figli nella fascia d’età 0-14 rivestono un ruolo attivo all’interno del processo di soluzione dei problemi dei propri figli, quindi è necessario che la figura dello specialista non prenda il loro posto.
Compito del terapeuta, in questo caso, è guidare i genitori verso nuove forme di interazione e strategie che possano aiutare i figli nel superamento della difficoltà, rendendoli sempre più autonomi.
Che cadenza hanno gli incontri?
Nella fase iniziale si prevede un incontro ogni 2 settimane (fatta eccezione per specifici e rarissimi casi), allungando via via l’intervallo tra le sedute (tre settimane, 1 mese ecc.).
Questo per permettere alla persona di mettere in atto le strategie concordate con il terapeuta in seduta e avere il tempo di valutarne i risultati, nell’ottica di rendersi sempre più autonomi nel percorso.
Alla fine del percorso ci saranno poi le sedute di follow up, anche queste con cadenza variabile e con un intervallo di tempo che le distanzia sempre maggiore (ogni 3 mesi, poi 6, poi un anno).
Serviranno a monitorare i risultati ottenuto e la permanenza degli effetti positivi della psicoterapia.
Quanto dura il percorso terapeutico?
Solitamente un percorso terapeutico non supera le 15/20 sedute.
I primi concreti cambiamenti però sono già riscontrabili entro le prime 10 sedute.
Questo accade perché l’approccio Breve Strategico è evidence based e fin dal primo incontro il paziente è reso partecipe del cambiamento attraverso direttive risolutive concrete.
I risultati ottenuti sono duraturi?
Sì.
L’ obiettivo della terapia non è solo la risoluzione della problematica in sé, bensì la creazione di un nuovo equilibrio psicologico e un nuova percezione della realtà.
Si arriva a guardare il contesto in cui ci si trova e le situazioni che si affrontano con occhi differenti, aperti all’analisi sotto diversi punti di vista.
Cambia l’interazione interpersonale e con il mondo.
Si consolida l’utilizzo di strategie e dinamiche utili alla risoluzione di diversi tipi di difficoltà e si coltiva una flessibilità che aiuta la persona a far fronte a ogni circostanza.
Si può iniziare un percorso psicologico sotto terapia farmacologica?
Sì.
Lo psicoterapeuta non prescrive nè offre informazioni riguardo a terapie di tipo farmacologico, quindi la persona che si presenta con una terapia già assegnata dal proprio medico curante o dal proprio psichiatra dovrà continuare a seguirla secondo indicazioni.
Il supporto psicologico è però di grande aiuto nel superamento delle difficoltà e quindi nella riduzione e progressiva eliminazione degli psicofarmaci.
a questo fanno eccezione disturbi psichiatrici di natura endogena e che condividono caratteristiche genetiche.
La prestazione psicologica è detraibile?
Sì.
La prestazione è detraibile anche senza una prescrizione medica,
quindi le fatture relative alle prestazioni psicologiche esenti IVA sono fatture sanitarie e quindi detraibili al momento della dichiarazione dei redditi.
Dal 1 Gennaio 2016 anche gli iscritti all’ Albo dell’Ordine degli Psicologi sono obbligati a trasmettere i dati delle prestazioni sanitarie erogate. La normativa relativa al SISTEMA TESSERA SANITARIA prevede che vengano messe a disposizione dell’Agenzia delle Entrate le informazioni concernenti le spese sanitarie sostenute dai cittadini, ai fini della predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata. La normativa prevede per il paziente il diritto di opporsi oralmente all’ invio dei propri dati.
Quali sono i vantaggi nel seguire un percorso con approccio breve strategico?
L’approccio si basa sulla teoria del cambiamento, quindi la scoperta di nuove prospettive di percezioni derivanti dall’esperienza concreta che rende visibili e inconfutabili i risultati del cambiamento stesso.
Attraverso la messa in atto dei protocolli studiati e riconosciuti negli anni, si usano strategie e tecniche che permettono al paziente di avere esperienze casuali pianificate il cui risultato è prevedibile.
Questo permette di di realizzare lo sblocco della problematica e il cambiamento in primo luogo e rendere consapevole il paziente solo in secondo luogo.
Il focus sul presente e sulla risoluzione immediata del problema permettono alla persona che affronta il percorso di vedere fin da subito gli effetti positivi della terapia, quindi di ottenere risultati in tempi ragionevolmente brevi e di renderli permanenti e duraturi nel tempo.
Vantaggi
- Numero elevato di protocolli ad hoc
- Efficacia del trattamento
- Tempistiche brevi nello sblocco e nella risoluzione del problema
- Risultati duraturi nel tempo
Come si svolgono i colloqui?
I colloqui si possono svolgere sia in presenza in studio presso le sedi di Lecce o di Brindisi o online. Il primo colloquio è di definizione del problema e dell’obiettivo. Solitamente il professionista aiuta il paziente attraverso delle domande mirate a svelare i meccanismi del funzionamento della sua psicopatologia così da avere sin dal primo incontro un quadro chiaro e il più dettagliato possibile ed iniziare sin da subito ad individuare le possibili strategie risolutive da mettere in atto.
Come funziona la consulenza online?
La consulenza online è sempre più richiesta. Non ci sono differenze di efficacia tra un percorso online ed uno in presenza. Basta avere un normale smartphone ed un luogo dove si può avere privacy e tranquillità così da poter iniziare il percorso da qualcune parte nel mondo. In alcuni casi è necessario lavorare in presenza ed in queste situazioni lo stesso professionista vi aiuterà a trovare la soluzione migliore per avere la migliore possibilità di riuscita terapeutica
Qual è il costo della seduta?
Il costo della seduta è di 76,50 euro, per avere la detrazione fiscale è necessario pagare con il Bancomat, Carta di credito, Bonifico, Paypal, ma sono anche accettati pagamenti in contanti se la persona lo preferisce. Da considerare che secondo il modello terapeutico della Terapia Breve Strategica gli incontri si terranno ogni due settimane quindi il costo complessivo della terapia è da considerare su due incontri al mese a differenza di altri modelli che richiedono gli incontri 1 o più volte a settimana.
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