L’anoressia, o anoressia nervosa, è un disturbo del comportamento alimentare improntato al raggiungimento e al mantenimento di un peso significativamente inferiore a quello normale.
Il termine anoressia significa letteralmente ‘perdita dell’appetito’ ed è quindi usato in modo inappropriato: le persone rifiutano il cibo non per inedia, ma per paura di ingrassare.
Ciò deriva da un’alterazione dell’immagine del proprio corpo, visto come grasso anche se si è sottopeso o addirittura in una condizione di magrezza patologica.
I criteri che diagnosticano l’anoressia non sono sempre universalmente concordi, ma, prendendo in considerazione il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), il criterio principale è un peso significativamente basso inferiore al minimo normale (cioè IMC <18,5) o, per i bambini e gli adolescenti, inferiore a quello minimo atteso (cioè < 5° percentile).
Come riportato poi sul sito governativo per la salute mentale, i criteri diagnostici DSM-5 possono essere riassunti in questo modo:
- Restrizione dell’assunzione calorica in relazione alle necessità, che porta a un peso corporeo significativamente basso nel contesto di età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica. Il peso corporeo significativamente basso è definito come un peso inferiore al minimo normale oppure, per bambini e adolescenti, meno di quello minimo atteso.
- Intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi, oppure un comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, anche se significativamente basso.
- Alterazione del modo in cui viene vissuto dall’individuo il peso o la forma del proprio corpo, eccessiva influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima, oppure persistente mancanza di riconoscimento della gravità dell’attuale condizione di sottopeso.
Le complicazioni a livello medico sono diverse e ovviamente legate allo stato di denutrizione:
- anomalie dell’ematopoiesi (leucopenia e linfocitosi relativa)
- osteoporosi con conseguente fragilità ossea (causata dal ridotto apporto di calcio e dalla ridotta produzione di estrogeni)
- nei casi più avanzati, problemi cardiovascolari (aritmie cardiache e fibrillazione ventricolare).
CAUSE
Nel secolo scorso l’incidenza dell’anoressia nervosa è aumentata esponenzialmente.
In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità indica un tasso per la prevalenza che va dallo 0,2 allo 0,8%, con massima incidenza nelle ragazze tra i 15 e i 19 anni.
Le cause dell’ insorgere di questo DCA possono essere di varia natura:
- La cultura: il cosiddetto modello occidentale si basa su criteri estetici che enfatizzano sempre di più la magrezza.
Ciò viene letto dalle persone più vulnerabili come uno standard da seguire e vissuta come una pressione sociale difficile da gestire.
La reazione è la modifica delle proprie abitudini alimentari. - La genetica: alcuni studi dimostrano che anche la predisposizione genetica (l’ereditabilità dell’anoressia è stata stimata attorno al 58%) abbia un peso non indifferente nell’insorgenza di questo disturbo.
- I Fattori psicologici: uno dei maggiormente correlati all’anoressia è la dipendenza psicologica dalle figure genitoriali o di riferimento, in particolare modo dalla madre o dalla figura che la sostituisce.
SINTOMI
I sintomi dell’anoressia possono essere di tipo fisico o comportamentale.
Trai i primi:
- amenorrea (scomparsa delle mestruazioni per almeno 3 cicli consecutivi);
- ipotermia (<35 °C) con intolleranza al freddo;
- bradicardia (frequenza <60 battiti/minuto);
- ipotensione arteriosa (pressione <70 mmHg);
- secchezza della cute, che tende a ricoprirsi di una sorta di fine peluria, e colorito giallastro (per aumento del beta-carotene);
- prurito cutaneo generalizzato;
- dolori addominali e stitichezza.
I sintomi psicologici più comuni sono invece:
- alterata percezione del peso corporeo e dell’immagine di sé
- cambiamento delle abitudini alimentari in maniera più restrittiva associato alla paura di prendere peso
- ritiro dalle relazioni sociali
- aumento dell’attività fisica
- eccessiva attenzione alla performance scolastica.
CURA
La terapia è ovviamente diversa in base al grado di gravità della problematica.
Nel caso di un ricovero ospedaliero ad esempio, l’intervento sarà quasi sicuramente di multidisciplinare e coinvolgerà la psicoterapia cognitivo-comportamentale, una farmacoterapia (per curare le complicanze e i problemi medici nati a causa del disturbo) e una consulenza nutrizionale.
Quello che è il mio scopo, attraverso il metodo Breve Strategico è rimodulare la percezione distorta dell’immagine di sé che è alla base della sintomatologia anoressica.