Termine tecnico introdotto negli anni ’90 dal Professor Giorgio Nardone, direttore del Centro di Terapia Breve Strategica di Arezzo, sulla base della ricerca – intervento da lui effettuata insieme alla collaborazione di numerosi professionisti a livello internazionale, aderenti al modello di Terapia Breve Strategica.

La Sindrome da Vomito si distingue da altri Disturbi del Comportamento Alimentare come Anoressia e Bulimia nervosa in quanto ne rappresenta una specializzazione tecnologica.
Si basa infatti sul bisogno compulsivo di mangiare per vomitare e non solo sulla necessità di tamponare i danni dell’abbuffarsi, inducendo il vomito come mezzo per evitare di ingrassare.
La sua compulsività si sostiene sul piacere che piano piano si viene a costituire rispetto all’intera sequenza del mangiare e vomitare, tanto che progressivamente tale sequenza diventa un vero e proprio modello di ricerca del piacere a cui diventa sempre più difficile rinunciare. 

Il rituale mangiare-vomitare prende quindi le sembianze di un amante segreto da cui non ci si vuole allontanare.

Più semplicemente si passa ingerire cibo per piacere all’ ingerire cibo per vomitare.

Cambia radicalmente la causa del piacere, se prima era il cibo. Andare piacere, ora in realtà è il rituale del vomito.

SINTOMI

I sintomi fisici e psicologici sono spesso associabili a quelli della bulimia, in quanto la modalità utilizzata, per quanto basata su presupposti differenti, è simile.

I più comuni sono:

  • corrosione del tratto gastro-esofageo dovuta al passaggio dei succhi gastrici nel momento del vomito
  • infiammazione della gola
  • carie ed erosione dentali
  • pelle secca
  • caduta dei capelli
  • stipsi
  • svenimenti
  • dilatazione gastrica
  • dolori e gonfiori addominali
  • Isolamento sociale

CURA

Data la peculiarità del disturbo, è importante adottare un protocollo di intervento ad hoc, distinto da quelli utilizzati per altri Disordini del Comportamento Alimentare, che ne individui le caratteristiche e utilizzi strategie specifiche che conducano a un cambiamento radicale e che duri nel tempo.

L’obiettivo di base è quello di disturbare il piacere del rituale, rendendolo una vera e propria tortura.

Allo stesso tempo si lavorerà sulla ricerca e l’esperienza di nuovi tipi di piacere e su una ricostruzione della rete di relazioni sociali.